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“Ciascun confusamente un Bene apprende, nel qual si queti l’animo e disira”

Dante, Pirandello, Leopardi, Montale, Manzoni, Ungaretti (per dirne alcuni) sono, certo, geniali scrittori, ma sono principalmente uomini che hanno vissuto una vita vicina a quella di ciascuno (alcuni, in modo veramente drammatico, se pensiamo al dolore vissuto per la morte di un caro o all’atrocità della guerra combattuta in prima persona) e che, per questo, possono suscitare un interesse, favorire un’apertura, aprire alla domanda di come facciano a mettere nei versi che sono i loro, i fatti che sono i nostri. Un verso, una parola che descrive le loro gioie, legge e descrive anche le nostre; le loro ferite sono le nostre, le loro paure le nostre, il loro cuore il nostro. Soffrire, gioire, gridare, esprimere il bisogno più profondo, cercare il senso di tutto è davvero qualcosa che ci accomuna tutti, dai secoli più antichi fino ai nostri giorni.

Attraverso alcuni di loro, stando sui loro scritti, siamo aiutati a tenere desta la domanda “sul misterio eterno dell’esser nostro”, come scrisse Leopardi, ad avere presente “la condizione umana in sé considerata” come disse Montale in un’intervista, capendo bene che non è di belle parole o di citazioni da appuntare su un diario o su un foglio ciò di cui abbiamo bisogno, tanto meno di belle poesie o di spunti di letteratura per “addetti ai lavori”. Incontrando questi uomini, accompagnati dal genio del loro scrivere, siamo sempre messi nella possibilità di stare in una domanda, in un grido, in un anelito che è ciascun uomo.
Abbiamo proposto, pertanto, un ciclo di incontri con Barbara Falgiani, che ci ha permesso di stare “in compagnia di grandi autori”.

Il primo appuntamento, dal titolo: “…in cerca d’autore. Pirandello e la ricerca dell’oltre”, si è svolto mercoledì 15 marzo, alle ore 18.00.
Il secondo incontro, dal titolo : “…so che sono stato un uomo. L’esperienza umana di Ungaretti”, si è tenuto mercoledì 12 aprile, alle ore 18.00.